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pratiche artistiche nei luoghi di conflitto

Postfordist reality/social lab

foto di Silvia Noferi

10 settembre > 4 novembre 2007
Pontedera

Gli operai sono scomparsi dall’immaginario comune. I modelli sociali di riferimento odierni assomigliano più alla carriera di un calciatore o di un cantante pop piuttosto che alla vita di fabbrica di un operai. Eppure non molti decenni fa la classe operaia era vista da molti come un’avanguardia sociale da prendere a modello. Cosa è cambiato da allora? È sufficiente a spiegare questo mutamento sistemico il crollo dell’Unione Sovietica? Oppure è necessario un modello di analisi più complesso che tenga conto dei mutamenti nelle forme di appartenenza e di consumo avvenuti nelle società occidentali? Chi sono gli operai oggi, cosa pensano del proprio essere operai e quali sono le forme di conflitto e di comunanza che vengono sviluppate oggi in fabbrica?
Queste sono alcune delle domande che hanno dato avvio al progetto Postfordit reality realizzato nella città di Pontedera con i giovani artisti e videomaker di Networking 2007. Procedendo con il proprio percorso di stretta connessione tra pratiche artistiche e contesto territoriale, il Social Lab di Pontedera ha visto la partecipazione di un folto gruppo di operai dell’azienda Piaggio. La storia stessa della città di Pontedera è legata a quella della più grande azienda del centro Italia. Sebbene il numero di dipendenti dell’azienda si sia molto ridotto nel corso degli anni Ottanta e Novanta del Novecento, passando da 12.000 agli attuali 3.300, il legame con la città è sempre molto forte e sentito da tutti gli abitanti. Nello stesso tempo questo mutamento interno alla fabbrica si è accompagnato ad un importante cambiamento negli stili di vita, nelle forme del consumo e delle relazioni sociali agite nelle città europee. Questi cambiamenti, da molti descritti sotto il nome di Postfordismo, si legano nella città di Pontedera ad un’esperienza ancora fortemente fordista come quella dell’azienda Piaggio in un interessante legame ed interscambio che permette di riconsiderare molti aspetti del passaggio tra fordismo e postfordismo.
Il laboratorio si è così svolto nello scambio che si è venuto a creare tra i giovani artisti partecipanti e gli operai Piaggio con lo scopo di creare un archivio permanente per il Centro per l’arte Otello Cirri sulle trasformazioni nel mondo del lavoro..
La ricerca ha avuto carattere sia fotografico che video con realizzazione di più di 1500 scatti fotografici e 8 ore di interviste girate con gli operai Piaggio. Tra i molti temi emersi nelle conversazioni con gli operai alcuni di essi risultano ricorrenti e largamente condivisi. Tra questi la precarietà del lavoro che riguarda i contratti a termine con cui oggi si entra in Piaggio è sentito da molti lavoratori. Ciò che più preoccupa di tale condizione è la difficoltà a cui espone di programmare il proprio futuro: acquistare una casa, avere dei figli, progettare una famiglia. Nello stesso tempo emerge come il panorama sociale della fabbrica sia frammentato in esperienze generazionali diverse e all’interno della stessa generazione gli aspetti emergenti varino al variare della tipologia di contratto con cui si è stati assunti. La prospettiva di chi lavora in Piaggio di alcuni decenni riesce a raccontare un profondo cambiamento nel modo di vivere la fabbrica. Entrare in Piaggio negli anni Settanta significava entrare a far parte di un mondo che aveva un ruolo sociale importante, un modo di essere che avrebbe strutturato la propria vita e che molto probabilmente non sarebbe più cambiato. Chi entra invece in fabbrica in anni recenti con un contratto a termine sa che molto probabilmente quello non sarà il proprio lavoro a lungo e si prepara necessariamente al cambiamento. Questa differente prospettiva non può che influire sul legame che si crea in fabbrica, sulla possibilità di organizzare lotte per reclamare nuovi diritti, sulla possibilità di sentirsi un classe sociale. Il bisogno di raccontare e raccontarsi è così emerso nel corso degli incontri come una possibilità di riconoscersi e rappresentarsi in un panorama sociale attuale.
Il percorso si è concluso con la mostra finale che ha presentato una selezione degli scatti fotografici realizzati che hanno preso la forma di ritratti in primo piano e ritratti ambientati, particolari e scene di vita della fabbrica. Una selezione delle interviste realizzate ha tracciato una linea di lettura di tutto il percorso fatto. Alla presentazione della mostra è intervenuta la filosofa e direttrice della rivista di filosofia “Millepiani” Tiziana Villani che ha analizzato il significativo legame che unisce oggi la sfera di produzione artistica e le forme di azione sociale e produzione di nuove soggettività.

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